Ultima modifica: 13 giugno 2017

Un Google Translate per la lingua dei segni

Prototipi di ‘vocabolari digitali’, che trascrivono su uno schermo in tempo reale i gesti e le espressioni di persone affette da sordità o ipoudenti. Potranno essere utili in ufficio, in banca, dal medico e in altri luoghi


Sarà mai possibile avere un traduttore automatico, rapido come ‘Google translate’, anche per la lingua dei segni? Ne esistono già alcuni prototipi validi, come racconta il New Scientist. Circa 100 milioni di persone al mondo sono affette da sordità e questa fetta significativa della popolazione globale utilizza complessivamente più di 100 lingue dei segni diverse: ad esempio, vi è la lingua dei segni italiana, la lingua dei segni francese, americana e tante altre. Ma nella vita quotidiana siamo in pochi a comprendere e a utilizzare questi linguaggi. Da qui l’idea di un sistema di traduzione automatica e simultanea, dai segni a un testo scritto in altre lingue, come in inglese o in arabo, che possa essere utile in situazioni comuni, in ambienti lavorativi in cui viene fornito un servizio al cliente, come in banca, o per favorire la comunicazione dal medico.
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