InveceConcita. La scuola e la lingua dei segni
Anna è un’insegnante che si è specializzata nella Lingua italiana dei segni (Lis) per cercare un canale di comunicazione con suo figlio Elia. Ha avuto ragione, a dispetto delle previsioni dei medici.
Ha portato la sua competenza nella scuola dove insegna e mi dice che, con sua sorpresa, ha scoperto che nella valutazione delle competenze di un docente la conoscenza della lingua dei segni non dà alcun punteggio. Spiega quanto la Lis sia utile non solo con i bambini non udenti, a proposito di inclusività scolastica. Le dispiace per il punteggio, dice, ma pazienza. “La rabbia non mi serve, vado avanti”. Ecco Anna.
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